Nell’aprile del 2019 una nuova specie umana, l’ennesima nel folto cespuglio dei nostri antenati e cugini, ha fatto il suo ingresso ufficiale nella scienza.
Nella grotta di Callao, vicino a Tuguegarao nel nord di Luzon, l’isola maggiore e più settentrionale delle Filippine, sono stati trovati i resti ossei frammentati di tre individui appartenenti a una specie di piccole dimensioni, le cui caratteristiche non si ritrovano in alcuna altra specie nota. I piccoli molari e i premolari hanno dimensioni e conformazione superficiale tipiche delle specie più recenti del genere Homo, come noi Homo sapiens, i Neandertal, gli ultimi Homo erectus asiatici e il pigmeo indonesiano Homo floresiensis. La forma delle radici, della corona e della giunzione tra dentina e smalto nei denti della grotta di Callao sembra invece un retaggio di specie ominine molto più antiche come le australopitecine africane e la loro variante robusta, i parantropi. Anche le falangi delle mani e soprattutto dei piedi assomigliano parecchio a quelle del genere Australopithecus, essendo piuttosto ricurve, un adattamento tipico di chi ancora si rifugiava sugli alberi.
Non sappiamo come camminasse e come manipolasse gli oggetti. Era piccolino: gli studiosi stimano la sua statura intorno al metro e mezzo, o poco meno. La datazione è ancora incerta, ma lo strato in cui le ossa erano conservate lascia pensare che vivesse da quelle parti in tempi abbastanza recenti, cioè tra 67 e 50mila anni fa. In quel periodo l’Asia orientale era abitata, oltre che da Homo floresiensis, da una pletora di altre forme umane: dall’uomo di Denisova; forse dagli ultimi sparuti gruppi di Homo erectus a Giava; e dalle prime ondate di pionieri della specie Homo sapiens fuoriusciti dall’Africa. Non sappiamo con chi tra questi l’uomo di Luzon fosse più imparentato, anche se due somiglianze con l’uomo di Flores sono evidenti: piccole dimensioni e retaggi da australopitecina. Lo hanno chiamato Homo luzonensis e viveva nelle Filippine già 700mila anni fa.
É chiaro quindi che gli arcipelaghi indomalesi furono abitati da umani fin da tempi molto antichi e per centinaia di migliaia di anni.
Indizi in tal senso provengono anche da Sulawesi, a metà strada tra le Filippine e Flores. Per arrivare a Luzon, anche nei periodi di picco glaciale con i livelli dei mari più bassi, gli umani dovettero attraversare vari bracci di mare, passando dal Borneo lungo la splendida isola di Palawan o per la catena delle isole Sulu, e da lì approdarono nelle Filippine. Un viaggio non da poco in pieno Paleolitico. Ma da dove venivano? Potrebbe trattarsi di popolazioni di Homo erectus, giunte in Indonesia ben prima di un milione di anni fa, che si diffusero sulle isole e svilupparono un adattamento noto come nanismo insulare, che tende a ridurre il fabbisogno energetico di specie di grossa taglia che si ritrovano a dover sopravvivere in spazi ristretti. Quando una popolazione si frammenta su isole diverse, accumula mutazioni genetiche divergenti per effetto del caso e della selezione naturale, dando così origine a più specie endemiche (si chiama speciazione geografica).
Homo luzonensis potrebbe quindi essere un cugino pigmeo settentrionale di Homo floresiensis.