Il gigantismo e il nanismo sono fenomeni che hanno riguardato anche
l’Italia, da sempre scrigno di biodiversità. Nel Mesozoico, sui Monti Lessini (a quel tempo una laguna), spadroneggiava un tremendo dinosauro teropode carnivoro, il
Kayentapus (sono state trovate le sue imponenti orma!). Molto tempo dopo, durante le ere glaciali del Pleistocene, sulle Prealpi qui attorno viveva il gigantesco orso delle caverne, che quando si alzava sulle gambe superava i due metri e mezzo. Era meglio non incontrarlo… Altrove, in Sicilia, i giganti invece diventavano piccoli piccoli, fin quasi a sembrare nani.
Qual è il paese europeo più bio-diverso? L’Italia!
Pochi lo sanno, ma l’Italia è il paese europeo con la più alta biodiversità animale e vegetale, compresi giganti e nani del passato.
In Italia sono stati rinvenuti anche dinosauri di dimensioni molto più piccole della norma, perché adattatisi ad ambienti insulari.
Dobbiamo questa ricchezza alla collocazione geografica della nostra penisola, alla molteplicità di ecosistemi e agli effetti prodotti nel corso del tempo dall’instabilità ecologica: sono questi i motori che sul lungo periodo producono sia la diversità biologica sia la diversità culturale.
In più, l’Italia è da sempre area di passaggio e di transito delle specie.
L’Italia è stata abitata da mammut durante i periodi freddi e da ippopotami nelle fasi temperate-calde. Gli elefanti nani erano arrivati in Sicilia probabilmente durante le fasi glaciali, quando i livelli dei mari erano più bassi, rimanendo poi intrappolati sull’isola al successivo innalzamento.
Elefanti nani e… Ciclopi!
Mezzo milione di anni fa in Sicilia vivevano elefanti nani, imparentati con l’elefante asiatico, così trasformatisi a causa dell’isolamento geografico. Questi proboscidati appartenevano alla specie
Paleoloxodon falconeri e rappresentano un caso estremo del fenomeno noto come “nanismo insulare”.
La scatola cranica degli elefanti presenta una grande apertura sulla fronte, corrispondente all’attaccatura della proboscide. Al tempo degli antichi Greci non vi erano più elefanti in Sicilia. È possibile che il ritrovamento di antichi crani, interpretati come teschi di uomini giganteschi con un unico occhio, abbia dato origine alla
leggenda dei Ciclopi, ripresa anche da Omero nell’Odissea.
Se parliamo di elefanti nel passato, associamo la loro immagine non solo ai piccoli animali che vivevano in Sicilia ma ai giganteschi mammut che popolano le storie dell’era glaciale.
Che grandi artigli che hai…
Durante le ere glaciali, in Europa e in Asia le grotte e i ripari di roccia erano molto ricercati da due specie di mammifero. Una eravamo noi umani. L’altra erano… i mostruosi orsi delle caverne!
I maschi potevano arrivare a tre metri di altezza e avevano artigli potentissimi. Trovarsi davanti un bestione simile, magari appena svegliato dal letargo, doveva essere un incubo ricorrente per i nostri antenati. In realtà, sappiamo dalla forma dei suoi denti che l’orso delle caverne era prevalentemente erbivoro. E poi, aveva paura del fuoco, la più utile delle invenzioni umane!
Si estinse circa 24mila anni fa a causa dei cambiamenti della vegetazione.
Viveva anche qui vicino, in Lessinia, nelle caverne dei Covoli di Velo Veronese.
I fossili dell’Arena di Verona
Gli antichi le chiamavano “corna di Ammone”, per via della loro forma a corno di montone arrotolato su sé stesso.
In realtà sono molluschi, per la precisione cefalopodi. Anzi… erano.
Le ammoniti vissero a lungo sulla Terra, ed erano diffusissime tra 350 e 66 milioni di anni fa, e poi si estinsero insieme ai dinosauri. Alcune erano giganti e superavano il metro e mezzo di diametro. La loro conchiglia a spirale suddivisa in camere era una meraviglia dell’evoluzione: l’animale abitava nell’ultima, mentre le altre servivano per spostarsi nell’acqua (come nei nautili, che però non sono loro discendenti).
Nel “rosso ammonitico”, una roccia calcarea tipica anche del veronese e ricca di ossidi di ferro, si trovano tantissime ammoniti fossili, che sono rimaste imprigionate nei sedimenti che si depositavano dando origine agli strati calcarei. Se guardate bene la facciata dell’Arena di Verona, potreste vedere qualche ammonite!