Cosa succede dopo la scomparsa dei dinosauri?
I mammiferi che ereditarono il mondo dopo l’estinzione di quasi tutti i dinosauri si trovarono a scorrazzare in ambienti semivuoti. Così si diversificarono e anch’essi aumentarono di stazza, tramutandosi spesso in mastodonti come il più grande mammifero erbivoro terrestre mai esistito, l’Indricotherium, o balene gigantesche come il Basilosauro (che però era comunque meno della metà di un’odierna megattera). E poi bradipi giganti, gliptodonti, felini possenti.
In Australia prima dell’arrivo di un primate di mezza taglia di nome Homo sapiens (non tanto gigante, ma ottimo cacciatore) viveva un’intera “megafauna” di marsupiali colossali: canguri e vombati giganti, feroci leoni marsupiali. Lo stesso nelle Americhe. Oggi i mammiferi giganti terrestri sono quelli che superano la tonnellata: elefanti, rinoceronti, ippopotami, giraffe.
Invece nell’evoluzione alternativa della Nuova Zelanda, in assenza di mammiferi terrestri (che non salirono a bordo quando l’arcipelago si staccò), a diventar giganti furono gli uccelli. Il moa svettava con il suo lunghissimo collo oltre i tre metri e mezzo. Nonostante la mole, doveva guardarsi dagli artigli dell’aquila gigante di Haast. Il più grande dei pappagalli, il kakapo, è neozelandese e non riesce più a volare. Ma anche gli invertebrati in Nuova Zelanda non scherzano, come l’antichissimo e affascinante Wetapunga, un insetto gigante notturno parente di grilli e cavallette che si aggira da quelle parti da 180 milioni di anni, cioè dal tempo dei primi dinosauri!