Lo scimpanzé (Pan troglodytes) è annoverato nella Lista Rossa della IUCN come specie minacciata. Infatti, anche se è la scimmia antropomorfa più numerosa e diffusa, il declino della popolazione continua in modo incessante. Le minacce alla sopravvivenza di questa specie sono molte; la principale è rappresentata dalla perdita dell’habitat naturale, dovuto principalmente alla pratica agricola del “brucia e coltiva”, al commercio di legname e all’attività mineraria per l’estrazione di petrolio e gas. Un’ulteriore minaccia è costituita dal bracconaggio per la carne, per il “pet-trade”, per ottenere animali da laboratorio e per difendere i raccolti da eventuali attacchi. A causa della perdita dell’habitat e dell’espansione delle attività umane, la popolazione di scimpanzé si è ridotta notevolmente negli ultimi 20-30 anni e si sospetta che questa riduzione possa continuare in futuro. Dal 1970 al 2030 la riduzione della popolazione selvatica potrebbe superare il 50%. Il continuo aumento della popolazione umana nell’area di distribuzione dello scimpanzé, inoltre, porta a una maggiore possibilità di diffusione di malattie quali l’ebola.