Il ghepardo (Acinonyx jubatus) è inserito dal 2014 nella categoria “vulnerabile” della Lista Rossa dell’IUCN e il totale di individui presenti in natura non raggiunge i 10.000. I ghepardi sono scomparsi da gran parte del loro areale storico e hanno una densità assai bassa: in Africa ora coprono solamente il 10% delle aree in cui vivevano in passato, mentre in Asia si riscontrano piccole popolazioni solo nei deserti centrali dell’Iran. Data la loro bassa densità, i ghepardi richiedono aree molto vaste per sopravvivere, e ciò li rende particolarmente sensibili alla perdita e frammentazione dell’habitat. Inoltre, le comunità della Namibia e dello Zimbabwe perseguitano i ghepardi e li uccidono in quanto li ritengono responsabili della perdita di bestiame.
Studi genetici svolti sui ghepardi hanno inoltre dimostrato come la variazione genetica nella specie sia assai bassa, probabilmente a causa di un grave effetto collo di bottiglia durante la sua storia evolutiva; questo complica ulteriormente la salvaguardia di questo magnifico carnivoro, rendendolo particolarmente sensibile alle malattie e alle alterazioni dell’ambiente.