IL RE NON È MORTO: BLANCO VIVRÀ ANCORA AL MUSEO DELLE SCIENZE DI TRENTO
Comunicato stampa Parco Natura Viva 21/12/2018 - Seduto accanto alla leonessa che accudisce il proprio piccolo, nella sezione che ospita la storia dell’evoluzione. Perfetto in tutta la sua imponenza, che in vita sfiorava i 200 chili di peso: è dal piano -1 del
Museo delle Scienze di Trento che
Blanco continuerà a vivere e raccontare la storia degli ultimi leoni bianchi del Kruger, sacri alle leggende africane e ambiti trofei di bracconieri e trafficanti.
Fino al giorno della sua morte - il 26 giugno dello scorso anno -
Blanco ha vissuto al Parco Natura Viva di Bussolengo da leone bianco più vecchio d’Europa, maschio dominante di tre femmine dalle quali si è guadagnato sempre rispetto e considerazione. D
a ieri mattina, è uno degli animali esposti al MUSE con tutta la sua pelliccia, criniera e scheletro.
“
Esiste un ruolo che gli esemplari di specie a rischio di estinzione possono condurre anche oltre la propria vita - spiega
Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo -
e Blanco ne è l’esempio. I suoi simili in natura - colpiti da una forma di leucismo che rende loro il manto bianco e gli occhi dorati o azzurri -
sono stati avvistati per la prima volta nel 1938 e dal quel momento, sono stati oggetto di caccia illegale e commercio d’ogni genere. La scienza li ha classificati solo negli anni ’70 e oggi, sopravvivono in 13 nell’area originaria del Timbavati, oggetto di una protezione altissima”. Va da sé che il
patrimonio genetico di Blanco era prezioso in vita per la sua prole, ma
è un contributo inestimabile per la scienza anche dopo la sua morte. “
Ed è proprio per continuare a mantenere un patrimonio genetico che in natura è sull’orlo della scomparsa, che il nostro “re” ha due successori”, continua Avesani Zaborra. “
Ermelo e Madiba sono due splendidi giovani maschi di leone bianco, due degli 81 esemplari presenti nei parchi zoologici d’Europa, giunti da un parco francese per costituire un branco con Safia, Lubaja e Kianga. Trascorrerà ancora del tempo prima che le tre possano accettarli ma quando accadrà, la storia dei leoni bianchi del Kruger avrà ancora un futuro”.
I popoli africani tramandano che i leoni dal manto candido giunsero dopo la scomparsa di una regina dei capelli d’argento, per questo considerati messaggeri del divino. Gli sciamani credono che ucciderli sia un sacrilegio e in questo caso, per una volta, scienza e credenza concordano.
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