In cima alla lista delle minacce per i Leopardi delle Nevi c’è ancora il bracconaggio, che alimenta il mercato degli animali da compagnia, della vendita della pelliccia e delle ossa, la cui polvere viene tuttora usata nella medicina tradizionale asiatica. Poi, l’aumento degli allevamenti agropastorali diminuisce le prede disponibili e aumenta il conflitto con l’uomo, mentre le estrazioni minerarie distruggono l’ambiente, costringendo gli esemplari a cercare nuove aree.
“Con la nostra partecipazione, vogliamo offrire un assaggio di cosa significa lavorare a stretto contatto con l’ambiente naturale, avendone cura e rispetto”, commenta il Colonnello Salvatore Paolo Radizza, Comandante del 4° Reggimento Alpini Paracadutisti “Ranger”. “Come i Leopardi delle Nevi, siamo anche noi sulle alte montagne, in particolare siamo abituati e addestrati a operare in ambiente alpino e artico: le nostre mimetiche da neve sono bianco-grigie e somigliano al loro folto manto, che li aiuta ad avvicinarsi alle prede senza essere scorti. Operiamo ad alta quota con ciaspole e sci, mentre loro per non sprofondare nella neve hanno zampe a pianta larga. Sappiamo come sopportare il freddo anche se non abbiamo le loro cavità nasali, che riscaldano l’aria prima che giunga ai polmoni. Utilizziamo corde, piccozze e ramponi ma non siamo in grado di spiccare salti lunghi 6 volte il nostro corpo, come fanno loro. Superare queste difficoltà per noi significa apprezzare ancora di più la complessità della natura e ci pone ancora una volta di fronte alla necessità di preservarla, perché purtroppo molte altre specie animali si trovano nelle condizioni del Leopardo delle Nevi”.
Nudan e Samira, la coppia di Leopardi delle Nevi che vive al Parco, sarà dunque ambasciatrice dell’evento. Ma la mostra e l’orienteering condurrà adulti e ragazzi alla scoperta dei “segreti” della sopravvivenza di molti altri animali, sempre sotto l’occhio attento dei “Ranger” del 4° Reggimento e delle guide naturalistiche del Parco Natura Viva.
L'avventura inizia al check-point di partenza, dove grazie alla mostra sarà possibile toccare con mano paracadute, protezioni e occhiali speciali: tutte le strumentazioni militari che mette in campo l’uomo per sopravvivere “somigliando” agli animali di terra, di aria e di acqua. “Se pipistrelli e cetacei localizzano gli altri esseri viventi utilizzando gli ultrasuoni, l’uomo ha dovuto inventarsi la comunicazione radio”, commenta Marta Tezza, biologa del settore educativo del Parco Natura Viva. “La picchiata del Falco pellegrino sulla preda supera i 250 chilometri orari, mentre la vela del paracadutista deve limitare la discesa sul campo a 6 metri al secondo per permettere un atterraggio adeguato. Le piastre in kevlar dei jacket militari resistono alla trazione 5 volte più dell’acciaio, mentre la tela del ragno 6. La natura offre a noi umani un esempio di soluzioni adottate, messe alla prova da milioni di anni di sperimentazione, testate sul campo e plasmate dall’evoluzione. Se osserviamo il mondo naturale, ci sorprendiamo di quante diverse soluzioni animali e piante abbiano trovato”.
Poi, mappa dell’esploratore alla mano, i ragazzi dovranno superare 4 postazioni tra teleferiche, osservazione attraverso raggi infrarossi, mimetismo e orientamento, mettendo alla prova le proprie capacità di esplorazione e sopravvivenza.
“Lungo il percorso scopriremo ad esempio come riescono gli Ibis eremita a migrare senza aver bisogno del nostro gps– continua Marta Tezza – oppure cosa permette alle linci di essere uno dei più efficaci predatori notturni. Ma solo al superamento delle prove e all’ottenimento dei quattro distintivi, i partecipanti potranno ricevere il certificato di “Esperto esploratore”, conclude Marta Tezza.