Nome scientifico: Equus ferus przewalskii
Classe: Mammiferi
Ordine: Perissodattili
Famiglia: Equidi
Caratteristiche: Curiosità: Il nome deriva dall'esploratore russo Nikolai Przewalski, che scoprì la specie nella seconda metà del 1800.
Dieta: Erbivoro, si nutre di erba, piante e frutta.
Talvolta può includere nella propria alimentazione anche corteccia, foglie e germogli.
Distribuzione e Conservazione: Il Cavallo di Przewalski, fino al XVIII secolo, era distribuito dalla Germania e dalle steppe russe a oriente in Kazakhstan, Mongolia e Cina settentrionale. Dopo questo periodo, la specie ha subito un declino drammatico ed oggi è presente esclusivamente in Mongolia, grazie ad un progetto di reintroduzione iniziato nel 1990.
Questa specie era originariamente diffusa in steppe ed habitat semi-desertici, con una predilezione per la vegetazione delle steppe di pianura, ma in seguito alla degradazione del territorio e all'avvento dei pascoli per il bestiame domestico, il suo areale si è ristretto alle aree semi-desertiche.
Le attuali minacce per la sopravvivenza della specie sono l’ibridazione e la competizione per le risorse con il cavallo domestico, la perdita di diversità genetica e le malattie. Dato che la popolazione è molto piccola, è anche molto esposta al rischio di eventi stocastici, come le cattive condizioni meteorologiche e la predazione.
Il Cavallo di Przewalski compare oggi come "minacciato" nella Lista Rossa della IUCN, anche se in passato era considerato “Estinto in natura”. In seguito alla reintroduzione di successo di molti individui in natura, lo status è migliorato e oggi ci sono più di 50 individui maturi.
La Lista Rossa dell'IUCN (International Union for Conservation of Nature) fornisce informazioni sullo stato di conservazione a livello globale di animali e piante. Il diverso grado di rischio di estinzione è rappresentato dalle categorie entro le quali vengono inserite le specie.
Fonte: www.iucnredlist.org
Riproduzione: Il Cavallo di Przewalski forma gruppi familiari, costituiti da uno stallone con alcune femmine e i relativi piccoli, anche se si possono incontrare gruppi temporanei di soli maschi.
In cattività, la stagione riproduttiva ha luogo in aprile e maggio, mentre in natura si verifica più tardi, fra maggio e giugno.
La femmina, dopo una gestazione di circa 11 o 12 mesi, partorisce in genere un solo piccolo, in grado di stare in piedi appena un'ora dopo la nascita.