Spesso non ce ne rendiamo conto, ma le città sono popolate da numerosi animali selvatici, che scelgono di vivere in questo ambiente molto particolare per alcuni motivi, come la temperatura più elevata rispetto agli ambienti di campagna esterni, un minor numero di predatori naturali e l’assenza di cacciatori.
La ricchezza di specie diviene progressivamente minore all’aumentare della densità di edifici e alla riduzione degli spazi aperti, quindi attraverso la creazione o il mantenimento di spazi verdi (giardini pubblici e privati e parchi urbani), importanti come luogo di riposo, come occasione di sosta per rifocillarsi, come ricovero dove passare l’inverno o per la cova, è possibile aumentare la biodiversità in ambiente urbano.
Ciascuno di noi può essere d’aiuto, infatti un cortile o un giardino possono essere trasformati in un birdgarden, o giardino degli uccelli. Si tratta di una pratica nata in Inghilterra nell’ottocento, che mira a realizzare habitat adatti alla vita degli uccelli e di altri piccoli animali selvatici. Infatti attraverso la diversa distribuzione di piante erbacee, arbustive e arboree originarie del territorio, in grado di offrire frutti e semi o di “ospitare” insetti, si dà vita ad una piccola catena alimentare.
Oltre a fornire piante sulle quali trovare riparo e nutrimento, il birdgardening può includere anche il posizionamento di mangiatoie e abbeveratoi nei quali gli uccelli possono trovare cibo durante l’inverno e dissetarsi nei mesi caldi dell’anno. Per ovviare alla carenza di siti adatti alla nidificazione, come le cavità degli alberi, è possibile costruire e installare delle cassette nido, che vengono utilizzate per deporre le uova e allevare i piccoli.
A seconda delle specie che si intende favorire, la progettazione del giardino varierà. Ad esempio le siepi costituiscono un riparo e un luogo sicuro in cui nidificare. Le bacche del prugnolo, del biancospino e della sanguinella sono molto apprezzate da merli, tordi, storni e cinciallegre. I frutti della rosa canina, del prugnolo e del rovo attraggono capinere, scriccioli, pettirossi, fringuelli e sono apprezzati anche dai piccoli mammiferi. Per i picchi servirà la presenza di piante mature o addirittura morte. Infine il prato naturale attira farfalle che si alimentano e si riproducono su diversi fiori di campo. Le specie prative come il tarassaco, la piantaggine, il cardo, saranno utili per cardellini, verzellini, fringuelli e verdoni, che si nutrono dei loro semi e che amano mangiarli direttamente dalla pianta.
Una rete di giardini naturali, di varie dimensioni e gestita in modo corretto può dunque giocare un ruolo fondamentale per la protezione di specie in pericolo e in forte diminuzione.
Per approfondire:
Rijpkema B., Giardinaggio per animali (selvatici). Fate del vostro giardino un eden faunistico. Ricca editore, Roma 2015.
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