Avvoltoio reale indiano

Tra marzo e aprile 2013 sono nati due pulcini di avvoltoio reale indiano, Sarcogyps calvus, una specie prossima all’estinzione. Questo particolarissimo avvoltoio è annoverato nella lista rossa della IUCN (International Union for conservation of Nature), elenco di specie in via di estinzione con un alto rischio di estinzione (critically endangered).

Un tempo ampiamente diffusa in India e nel Sud-est dell’Asia, la popolazione del Sarcogyps ha subito un declino estremamente rapido in tempi recenti, che sembra destinato a continuare nel prossimo futuro. La drammatica riduzione di questo e di altri avvoltoi in Asia sembra essere legata alla scomparsa degli ungulati selvatici, all’intensificazione dell’agricoltura, alla persecuzione diretta e alla diffusione di malattie. Tuttavia, la principale causa del declino avvenuto in quest’ultimo secolo, sembra sia da attribuire al trattamento del bestiame domestico con farmaci tossici per gli avvoltoi, come pure all’uso di esche avvelenate destinate ad altre specie.  
Da 10.000 individui presenti nel Sud-est asiatico si suppone oggi vi siano solo circa 100 individui adulti.
Quando per una specie diventa così difficile sopravvivere in natura resta la sola possibilità di attuare un importante programma di conservazione con la necessità di preservare le specie nel luogo di origine e di gestire la popolazione in cattività in modo tale che si possano poi attuare programmi di reintroduzione.

Per l’avvoltoio reale indiano non sembra facile poter attuare entrambe le azioni e gli individui ospitati nei giardini zoologici non hanno un buon successo riproduttivo. I dati riportano, infatti, un’ultima nascita nel 2005. 

Ecco perché sono così importanti i due piccoli nati al Parco Natura Viva.
Da qualche anno la giovane coppia ospitata al Parco deponeva uova che poi non portavano alla nascita di piccoli.  In collaborazione con Alberto Fagan, un esperto di rapaci, è stato possibile incubare le uova e farle schiudere avendo due bellissimi pulcinotti che vengono ora alimentati non dal genitore naturale, ma da una femmina anziana sempre della collezione zoologica del Parco.


 
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